martedì 28 dicembre 2010

Sangiovese di Romagna Superiore Riserva "Pietramora" 2003 - Fattoria Zerbina


  • Produttore: Fattoria Zerbina
  • Vino: Sangiovese di Romagna Superiore Riserva “Pietramora”
  • Denominazione: Sangiovese di Romagna D.O.C.
  • Vitigno: Sangiovese - Ancellotta max 5%
  • Annata: 2003
  • Tit. Alcolemico: 15% vol
  • Prezzo: 22/28 €
  • Url: http://www.zerbina.com
Siamo in Romagna, più precisamente sulle colline faentine, alla sinistra del torrente Marzeno e dell’omonima frazione. Qui si trova la Fattoria Zerbina circondata dai vigneti di proprietà, nei quali il favorevole microclima permette all’Albana di sviluppare la muffa nobile da cui si ottengono L’Arrocco, lo Scacco Matto e l’AR. Mentre nelle zone più alte del podere il Sangiovese, che rappresenta l’80% delle uve a bacca rossa dell’azienda, raggiunge un’ottima maturazione e va a produrre tra gli altri, il Marzieno, con l’incremento di vitigni internazionali, e il Pietramora appunto.

Qui alcune foto scattate poco tempo fa durante l’ultima visita fatta in azienda.


Sicuramente il Pietramora è uno dei vini di punta della Fattoria Zerbina, prodotto solo nelle annate migliori, vino che ,come scrivono loro, “riflette il carattere dell’annata”. Dopo la pigiatura vinifica in acciaio per 15/20 giorni con successiva malolattica e inveccchiamento in tonneaux per un periodo di circa 24 mesi, a cui segue un ulteriore riposo in bottiglia prima della messa in commercio.

Classica bottiglia bordolese scura, con etichetta di color nero, in cui vi è raffigurato qualcosa che potrebbe ricordare degli “schizzi” di vino di colore arancio-rosso, oppure ancora, delle “fiammate”, che una volta gustato il vino, ritengo ne rappresentino davvero bene il carattere.

Stappando la bottiglia trovo il tappo ancora perfetto, più lungo rispetto ai soliti, profumato e abbastanza morbido. Il vino nel bicchiere è limpido, rosso perfettamente granato, impenetrabile e denso. Girando il calice gli archetti al suo interno scendono fitti e lenti, sicuramente consistente.

Portandolo al naso è di grande intensità. Il balsamico in primis spicca su tutto e va a riempire le narici. Poi frutta sotto spirito, marasca, giuggiola, ciliegia, e tanta prugna. Note laccate come l’acetone, ancora cioccolato, mentolato, liquirizia e tabacco. Inizialmente si fa sentire il legno, troppo per i miei gusti, poi lentamente cede lo spazio, e ben si amalgama al frutto. Mirto, anice e cannella, di nuovo balsamico. Leggeri sentori di cuoio, torna la frutta. Davvero elegante, grande complessità e finezza in questo Sangiovese di Romagna.

In bocca entra morbido e caldo, un sicuro e bilanciato tannino si fa largo non sovrastando sul resto, buona freschezza e mineralità. Di lunga beva ed equilibratissimo. Grande corpo e fine anche in bocca. Deglutendo torna al naso il suo frutto, grande balsamicità ed invoglia ad un altro sorso, lasciando in bocca una piacevole sensazione di frutta matura.

Non si può dire di certo che sia un vino maturo, anzi è proprio nel pieno della sua vita. Secondo me una tra le migliori espressioni del Sangiovese di Romagna. Ho degustato annate più giovani e devo dire che ha bisogno di farsi aspettare, in gioventù forse è troppo “nervoso”. Vino sicuramente armonico, magari non nei primi anni, ma adesso è perfetto. Come abbinamento proporrei una preparazione a base di selvaggina, come questo Cinghiale al vino rosso o comunque una carne brasata.

Quattro cuoricini pieni, ed anche qualcosa in più.

♥♥♥♥♡

giovedì 25 novembre 2010

Barolo Le Vigne 2001 - Luciano Sandrone


  • Produttore: Az. Ag. Sandrone Luciano
  • Vino: Barolo “Le Vigne”
  • Denominazione: Barolo D.O.C.G.
  • Vitigno: Nebbiolo
  • Annata: 2001
  • Tit. Alcolemico 14,5% vol
  • Prezzo: 70/80 €
  • Url: www.sandroneluciano.com
Eccomi a parlare per la seconda volta, ma tante altre ne verranno, di un vino del Piemonte. Anche se ho ancora tanto da scoprire, amo questa regione, le morbide colline ricche di vigne ben curate che regalano stupendi paesaggi, i suoi borghi tutti da visitare, il buonissimo cibo, le splendide persone che ho avuto l’occasione di poter conoscere nei miei viaggi e, infine, i suoi grandissimi vitigni e vini. Primo tra tutti il Nebbiolo, uno dei miei vitigni del cuore.

Questa rinomata azienda non ha certo bisogno di essere presentata, così non mi dilungherò troppo nel parlarvene, ma ben volentieri, per chi è curioso di leggere, o non la conoscesse bene, vi rimando nel sito Barolo di Barolo o da laVINIum dove viene descritta in modo eccellente la sua storia nonché quella del suo proprietario.

Luciano Sandrone, affiancato dal fratello Luca, non è di certo uno dei produttori più “tradizionali” che ci siano in Langa, è solito usare per l’affinamento dei suoi vini tonneaux da 500 litri. Mi è capitato, in altre occasioni, di sentire alcuni Barolo di altri produttori cosiddetti “modernisti” e devo dire che non sono tra le mie tipologie di vino preferito, anzi mi posso ritenere un amante della “botte grande”, soprattutto in Langa, dove per tradizione questo vino viene da sempre affinato in grandi contenitori. Così, nell’aprire questa bottiglia di certo valore e pregio ero entusiasta, ma nello stesso tempo timoroso che le mie aspettative venissero meno, proprio per questo motivo.

Il Barolo Le vigne, è ottenuto da diversi vigneti vinificati separatamente. Dopo la macerazione pre fermentativa sulle bucce, inizia la fermentazione alcolica svolta con lieviti autoctoni, per una durata di circa 28/30 giorni. Successivamente avviene la fermentazione malolattica e l’affinamento in tonneaux da 500 litri per 24 mesi. Segue un ulteriore riposo di 18 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.

La bottiglia è una classica albeisa scura, dall’etichetta moderna, con un bell’impatto visivo. Splendido questo rettangolo rosso acceso che richiama l’attenzione. Se posta sullo scaffale assieme ad altre bottiglie, sicuramente risalta, o perlomeno è ben riconoscibile.

Così apro la bottiglia. Un lungo tappo esce dal suo collo, lo porto al naso, è perfetto! Tanti i profumi che si sentono su di esso. Versando il vino nel bicchiere mi arrivano i suoi odori al naso, non capita con tutti i vini questo. Buon segno. Il suo colore è un rosso granato, con unghia aranciata, molto carico per essere nebbiolo, forse troppo. La massa è consistente, gli archetti scendono lenti, poi ne partono altri, grande glicerina in questo vino.

Lo porto al naso e vengo invaso dai suoi profumi, grande intensità, ampio, tantissimi gli odori, partendo da piccoli frutti rossi dolci sotto spirito come mora, marasca, giuggiola, fragola. Ripetutamente lo accosto al naso e sempre nuovi sentori mi conquistano, tutti ben distinti. Quindi tante le spezie, tostato come tabacco dolce, liquirizia, menta. Note laccate. Si avverte la presenza del legno piccolo, ma non sovrasta per niente, è ben integrato, niente a che vedere con certi odori di vaniglia o predominanza assoluta del rovere. Grande la sua finezza, davvero elegante.

In bocca è bilanciato, avvolge il palato, caldo, morbido, il tannino ben presente si fa sentire, ma non domina sul resto, grande balsamicità, buona freschezza. Gli aromi sentiti al naso tornano chiari e ben definiti, lasciando in bocca una piacevole sensazione di cioccolato. Grande persistenza aromatica. Non finisce mai. 

Un grandissimo Barolo questo di Sandrone, nel pieno della sua vita. Un ulteriore riposo in bottiglia avrebbe donato sicuramente tante altre emozioni. Vino armonico in tutto e per tutto. Da abbinare sicuramente ai piatti tipici della tradizione Piemontese, ma volendo uscirne, ad esempio, a un bel filetto ai frutti di bosco, perché no.

Anche se, come riportavo sopra, sono più “legato alla tradizione” su questi vini, devo ammettere che il Barolo Le Vigne di Sandrone è un prodotto veramente d’eccellenza. Aprendolo in occasioni speciali, ma anche in una splendida serata a due (come nel mio caso), non deluderà certo nessuno, nemmeno il più estremo tra i “tradizionalisti”.

Cinque cuoricini pienamente meritati.

 ♥♥♥♥♥

giovedì 18 novembre 2010


Un bel pomeriggio passato con un amico appassionato. Una splendida Azienda che amo, e a cui sono legato. Grazie ad essa, ed in particolare ad un suo vino, è nata questa mia grande passione…

venerdì 5 novembre 2010

Barbera “Bricco dell’Invernata” - Gradizzolo



  • Produttore: Az. Ag. Gradizzolo
  • Vino: Bricco dell’Invernata
  • Denominazione: Barbera Colli Bolognesi
  • Vitigno: Barbera
  • Annata: 2005
  • Tit. Alcolemico 14% vol
  • Prezzo: 10/15 €

Primo post in cui vado a degustare un vino della mia zona, l’Azienda Agricola Gradizzolo si trova a Monteveglio, piccola cittadina situata sulle colline a circa 20 km da Bologna, famosa tra l’altro anche per la sua bellissima Abbazia. In queste colline vengono prodotti alcuni ottimi vini sia bianchi che rossi da uve come Pignoletto, Barbera, Sauvignon, Merlot e Cabernet. Inoltre vengono prodotte diverse tipologie di insaccati e formaggi e vi è una grande quantità di terreni coltivati a frutteto. Luoghi meritevoli di una visita insomma, nei quali ci si può imbattere in suggestivi borghi, mangiare specialità tipiche e bere ottimi vini.

L’Azienda Agricola Gradizzolo, piccola realtà che conta 7 ettari vitati di proprietà, si trova ad una altitudine compresa tra 180-260 m s.l.m. Qui vengono coltivati Pignoletto, Barbera, Merlot, Cabernet Savignon, Pinot Bianco e Negretto Bolognese. Inoltre vi è anche un piccolo agriturismo, nel quale, soprattutto nel week end, si possono degustare ottimi piatti della tradizione bolognese.

Ma veniamo a questo Bricco dell’Invernata, ottenuto da uve provenienti da vigne di 25 anni di età, fermentate con macerazione prolungata in vasche di acciaio a temperatura controllata, cui segue un invecchiamento per 12 mesi in botti da 300 l ed un ulteriore riposo in bottiglia di 6 mesi, come riportato qui.

Il vino è di un bel colore rosso rubino con unghia granata. Girando il bicchiere, al suo interno la massa è compatta, gli archetti sono fitti e lenti nello scendere. Grande consistenza.

Al naso, l’alcool la fa da padrone, dopo alcuni istanti ecco che alcuni sentori iniziano a fare capolino, ma ritengo che il vino abbia bisogno di maggiore tempo, quindi lo lascio nel bicchiere, e aspetto.
Passata mezzora mi accosto di nuovo al calice, il vino aveva bisogno del suo tempo per potersi donare. Grande il frutto ormai maturo, sotto spirito di prugna e ciliegia, quindi balsamico, quasi mentolato, tabacco e ancora cioccolato amaro. Terroso come il bosco d’autunno ricco di profumi e colori. Legno ben inserito e non troppo invadente, bello il suo naso intenso e potente, magari non di grande finezza.

In bocca entra caldo, il tannino nervoso si fa sentire, ma non eccede, discretamente bilanciato. Buona sapidità e freschezza, ben presenti gli aromi avvertiti in precedenza al naso. Intenso. Mandato giù il sorso rimane a lungo, e chiudendo gli occhi mi torna alla mente il ricordo del’ultimo Mon Chéri mangiato.

Di sicuro un vino da poter tenere in cantina in modo da levigare le sue ruvidità, ma che può essere bevuto anche ora abbinandolo a secondi piatti a base di carne grigliata o formaggi stagionati.

Tre cuoricini pieni.

♥♥♥♡

lunedì 1 novembre 2010

Parole Sante



“Costruitevi una cantina ampia, spaziosa, ben areata e rallegratela di tante belle bottiglie, queste ritte, quelle coricate, da considerare con occhio amico nelle sere di Primavera, Estate, Autunno e Inverno sogghignando al pensiero di quell’uomo senza canti e senza suoni, senza donne e senza vino, che dovrebbe vivere una decina di anni più di voi”

Giacomo Bologna

giovedì 21 ottobre 2010

Chiaror Sul Masso Timorasso Spumante Brut - Cascina I Carpini #Tstp


     
  • Produttore: Cascina I Carpini
  • Vino: Chiaror Sul Masso - Vino Spumante Brut
  • Vitigno: Timorasso
  • Annata: 2008
  • Tit. Alcolemico 13% vol
  • Url: www.cascinacarpini.it
Il Piemonte, è una delle regioni italiane più vocate alla viticoltura, che regala grandi vini rossi, da vitigni autoctoni, famosi ormai in tutto il mondo, ma non solo. Vi sono anche splendide espressioni di vini bianchi, come ad esempio il Timorasso.

In questo caso, siamo nella provincia di Alessandria, sui colli Tortonesi. Il Timorasso, chiamato anche Timoraccio, Timuassa, Morasso, è un vitigno a bacca bianca, originario di queste zone, che negli ultimi anni grazie ad alcuni produttori come Cascina I Carpini, sta riscuotendo sempre maggiore notorietà e successo e regala solitamente ottimi vini bianchi, secchi, con sentori freschi, fruttati, dalla grande mineralità.

Paolo Carlo Ghislandi, di Cascina I Carpini, credendo fortmente in questo vitigno, e vedendone le sue potenzialità, ha pensato di elaborarne anche una versione spumante, che direi gli è riuscita in modo eccelso.

Una volta versato nel bicchiere il vino “mormorando” produce una bella spuma che subito sparisce, lasciando spazio alla sua splendida lucentezza, “Chiaror sul Masso”. Un bellissimo color giallo paglierino non troppo carico, con riflessi verdolini, che fa presupporre grande freschezza.

Dal basso salgono fini, velocissime e numerose, le sue bollicine, che rendono ancor più brillante il colore, e che, portando al naso il bicchiere, contribuiscono a sprigionare tutto il suo bouquet. Immediata la fragranza dei lieviti che riempie il naso, segue un mix di agrumi, poi ancora delicati fiori appena colti.

In bocca di nuovo spuma riempiendo il palato, aprendolo alla sua grande freschezza ed alla ancor maggiore mineralità. Buon equilibrio e finezza. Grande corrispondenza con il naso, sembra di aver mangiato freschi agrumi, intenso. Mandando giù il sorso, rimane a lungo nel palato il suo ricordo, lasciando la bocca freschissima.

Avvicino nuovamente il bicchiere al naso e nuovi sentori mi conquistano: pere magari non troppo mature, e sentori di graffite, ancora mineralità.

Senz’altro una validissima espressione di Timorasso spumante, ottenuta con il metodo Charmat. Vino che, insieme a Sara di Fiordifrolla, abbiamo scelto di abbinare ad una quiche ai funghi porcini, patate ed emmentaler. Un piatto che, come ha ben descritto lei stessa, per la sua untuosità e ricchezza richiede un vino proprio come questo, che grazie alla sua freschezza e perlage, regga la struttura di questa preparazione, rimanendo in giusto equilibrio con il cibo.

Quattro cuoricini.

♥♥♥♥

#Tstp (Timorasso Spumante Tasting Panel) organizzato da Paolo Carlo Ghislandi di Cascina I Carpini e Andrea Petrini del blog Percorsi di Vino.

venerdì 15 ottobre 2010

Pinot Nero Casè 2002 - Alberto Anguissola


  • Produttore: Alberto Anguissola
  • Vino: Casè - Pinot Nero dell'Emilia I.G.T.
  • Vitigno: Pinot Nero
  • Annata: 2002
  • Prezzo: 10/15 €
Avevo già assaggiato questo vino durante una serata con alcuni amici, ma dell’annata 2004. A tutti i presenti colpì particolarmente la sua “puzzetta” che lo caratterizzava, cosa che in certe espressioni di Pinot Nero è sinonimo di grande qualità.

Non soddisfatto di quella esperienza, rimasi con la curiosità e la voglia di risentirlo, e così mi si è presentata l’occasione di provare questo 2002.

Sicuramente, essendo l’annata diversa rispetto al primo vino degustato, non è possibile fare troppi paragoni, soprattutto se si parla di vini come questo che, come scrivono qui, sono “figli del territorio e dell’annata, che si distinguono per le loro caratteristiche peculiari dagli altri”. Inoltre c’è anche da tenere conto del fatto che il 2002 non è di certo tra le vendemmie più felici per tanti vini italiani. Ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo e, questa bottiglia, me ne ha dato la conferma.

Siamo in Emilia Romagna, provincia di Piacenza, più precisamente in località Casal Pozzino di Travo, sulle alte colline della Val Trebbia, una delle quattro zone vocate alla viticoltura Piacentina. Alberto Anguissola è un piccolo produttore, che lavora con metodi biologici, anche se non certificati, attento nell’operare in modo naturale sia in vigna, che in cantina, come si può leggere anche qui.

Ma veniamo alla mia degustazione. Nel bicchiere, è di un bellissimo rosso ormai granato con discreta trasparenza, limpidissimo e ancora vivo, con una  massa abbastanza corposa.
 Portandolo al naso, si sentono subito odori di frutta, ribes, amarene, lamponi, magari in confettura, ma anche fiori come la viola e la rosa, poi balsamico. Ma ecco che la sua particolarità arriva: odori di terra bagnata e di campo. Questa la sua “puzzetta” che però, devo dire ho trovato leggermente inferiore rispetto a quella sentita nel 2004. Sicuramente un naso elegante e classico per la tipologia del vitigno.
In bocca entra sicuro e avvolgente, un bel tannino ancora presente e buona sapidità, fattori questi che gli conferiscono ancora longevità. Buon equilibrio con le parti morbide, bel corpo. Un sorso tira l’altro. Deglutendolo, rimane piacevolmente in bocca il suo carattere e i suoi sentori.

Si può abbinare tranquillamente ad una carne brasata, o comunque, ad una preparazione accompagnata da un intingolo succulento, oppure infine a della selvaggina da piuma.

Tre cuoricini abbondanti, meritatissimi!

♥♥♥♡

martedì 12 ottobre 2010

Bolla Rossa - Lambrusco Grasparossa di Castelverto DOC - Corte Manzini

Bolla Rossa - Lambrusco Grasparossa di Castelverto DOC - Corte Manzini
Domenica, pranzo con amici. Una occasione perfetta per aprire un buon Lambrusco! È piaciuto a tutti…
Dal colore rosso brillantissimo e intenso, bella spuma viola, invitante. Sentori vinosi, di frutta rossa. In bocca è freschissimo, un piacere berlo. Un bicchiere tira l’altro, preparando il palato a un bel boccone di polpettone ai funghi. Regala convivialità!
Lambrusco Grasparossa 90%, Fortana10%
Da notare la nuova denominazione di origine.
Tre cuoricini li possiamo dare.
♥♥♥♡♡

Domenica, pranzo con amici. Una occasione perfetta per aprire un buon Lambrusco! È piaciuto a tutti…

Dal colore rosso brillantissimo e intenso, bella spuma viola, invitante. Sentori vinosi, di frutta rossa. In bocca è freschissimo, un piacere berlo. Un bicchiere tira l’altro, preparando il palato a un bel boccone di polpettone ai funghi. Regala convivialità!

Lambrusco Grasparossa 90%, Fortana10%

Da notare la nuova denominazione di origine.
Tre cuoricini li possiamo dare.

♥♥♥♡♡

sabato 11 settembre 2010

In punta di piedi, mi presento.


Eccomi al mio primo post e a quella che dovrebbe, e vorrebbe, essere una mia breve presentazione.
E come farsi conoscere in questa nuova avventura?  Lo faccio, attraverso una sorta di auto-intervista:

- Dimmi come ti chiami e di dove sei.
Mi chiamo Riccardo e abito in provincia di Bologna. 

- Come è nata la tua passione per il vino? 
Penso che come per molti, durante alcune cene con gli amici. All'inizio bevendo un po' quello che capitava, poi con il passare del tempo, e delle occasioni di ritrovo, la nostra curiosità aumentava, il nostro bisogno di conoscere era sempre maggiore. E così ci siamo avvicinati a questo mondo facendo, ad esempio,  piccole degustazioni della stessa tipologia di vino o dello stesso anno, oppure bevendo più vini dello stesso produttore, e molto altro ancora.
Ecco com'è sbocciato questo amore. 

- E da lì in avanti come hai coltivato questa passione? 
Il solo vino non mi bastava più. Dovevo sapere, conoscere. Quindi sono arrivati i libri e le riviste, le visite alle aziende conoscendo direttamente i produttori, i corsi e le degustazioni. Il tutto visitando più regioni possibili, cercando di capire come nasce un vino nel proprio territorio. E penso che non smetterò mai, di fare tutto ciò. 

- Cosa ti ha spinto ad aprire un blog? 
Naturalmente internet è una grande fonte di notizie per quello che riguarda il mondo del vino, come per altri settori ovviamente, quindi, leggendo e cercando, mi sono imbattuto in numerosi e ottimi siti e blog, ai quali mi sono appassionato a tal punto che quotidianamente li leggo. E così, ho pensato di aprirne uno anche io. 

- Un altro blog. Ma non pensi ce ne siano già abbastanza? 
Sì, in effetti è uno dei primi pensieri che ho avuto, ma di certo non ho la presunzione di insegnare a nessuno a degustare. Qui voglio riportare le mie sensazioni, le esperienze vissute, le visite e quant'altro possa raccontare delle mie esperienze enoiche, e perchè no, quotidiane. 


- E questa foto cosa vuol rappresentare? 
Be un bel post ha bisogno di una bella foto. ;-) 


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