giovedì 25 novembre 2010

Barolo Le Vigne 2001 - Luciano Sandrone


  • Produttore: Az. Ag. Sandrone Luciano
  • Vino: Barolo “Le Vigne”
  • Denominazione: Barolo D.O.C.G.
  • Vitigno: Nebbiolo
  • Annata: 2001
  • Tit. Alcolemico 14,5% vol
  • Prezzo: 70/80 €
  • Url: www.sandroneluciano.com
Eccomi a parlare per la seconda volta, ma tante altre ne verranno, di un vino del Piemonte. Anche se ho ancora tanto da scoprire, amo questa regione, le morbide colline ricche di vigne ben curate che regalano stupendi paesaggi, i suoi borghi tutti da visitare, il buonissimo cibo, le splendide persone che ho avuto l’occasione di poter conoscere nei miei viaggi e, infine, i suoi grandissimi vitigni e vini. Primo tra tutti il Nebbiolo, uno dei miei vitigni del cuore.

Questa rinomata azienda non ha certo bisogno di essere presentata, così non mi dilungherò troppo nel parlarvene, ma ben volentieri, per chi è curioso di leggere, o non la conoscesse bene, vi rimando nel sito Barolo di Barolo o da laVINIum dove viene descritta in modo eccellente la sua storia nonché quella del suo proprietario.

Luciano Sandrone, affiancato dal fratello Luca, non è di certo uno dei produttori più “tradizionali” che ci siano in Langa, è solito usare per l’affinamento dei suoi vini tonneaux da 500 litri. Mi è capitato, in altre occasioni, di sentire alcuni Barolo di altri produttori cosiddetti “modernisti” e devo dire che non sono tra le mie tipologie di vino preferito, anzi mi posso ritenere un amante della “botte grande”, soprattutto in Langa, dove per tradizione questo vino viene da sempre affinato in grandi contenitori. Così, nell’aprire questa bottiglia di certo valore e pregio ero entusiasta, ma nello stesso tempo timoroso che le mie aspettative venissero meno, proprio per questo motivo.

Il Barolo Le vigne, è ottenuto da diversi vigneti vinificati separatamente. Dopo la macerazione pre fermentativa sulle bucce, inizia la fermentazione alcolica svolta con lieviti autoctoni, per una durata di circa 28/30 giorni. Successivamente avviene la fermentazione malolattica e l’affinamento in tonneaux da 500 litri per 24 mesi. Segue un ulteriore riposo di 18 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.

La bottiglia è una classica albeisa scura, dall’etichetta moderna, con un bell’impatto visivo. Splendido questo rettangolo rosso acceso che richiama l’attenzione. Se posta sullo scaffale assieme ad altre bottiglie, sicuramente risalta, o perlomeno è ben riconoscibile.

Così apro la bottiglia. Un lungo tappo esce dal suo collo, lo porto al naso, è perfetto! Tanti i profumi che si sentono su di esso. Versando il vino nel bicchiere mi arrivano i suoi odori al naso, non capita con tutti i vini questo. Buon segno. Il suo colore è un rosso granato, con unghia aranciata, molto carico per essere nebbiolo, forse troppo. La massa è consistente, gli archetti scendono lenti, poi ne partono altri, grande glicerina in questo vino.

Lo porto al naso e vengo invaso dai suoi profumi, grande intensità, ampio, tantissimi gli odori, partendo da piccoli frutti rossi dolci sotto spirito come mora, marasca, giuggiola, fragola. Ripetutamente lo accosto al naso e sempre nuovi sentori mi conquistano, tutti ben distinti. Quindi tante le spezie, tostato come tabacco dolce, liquirizia, menta. Note laccate. Si avverte la presenza del legno piccolo, ma non sovrasta per niente, è ben integrato, niente a che vedere con certi odori di vaniglia o predominanza assoluta del rovere. Grande la sua finezza, davvero elegante.

In bocca è bilanciato, avvolge il palato, caldo, morbido, il tannino ben presente si fa sentire, ma non domina sul resto, grande balsamicità, buona freschezza. Gli aromi sentiti al naso tornano chiari e ben definiti, lasciando in bocca una piacevole sensazione di cioccolato. Grande persistenza aromatica. Non finisce mai. 

Un grandissimo Barolo questo di Sandrone, nel pieno della sua vita. Un ulteriore riposo in bottiglia avrebbe donato sicuramente tante altre emozioni. Vino armonico in tutto e per tutto. Da abbinare sicuramente ai piatti tipici della tradizione Piemontese, ma volendo uscirne, ad esempio, a un bel filetto ai frutti di bosco, perché no.

Anche se, come riportavo sopra, sono più “legato alla tradizione” su questi vini, devo ammettere che il Barolo Le Vigne di Sandrone è un prodotto veramente d’eccellenza. Aprendolo in occasioni speciali, ma anche in una splendida serata a due (come nel mio caso), non deluderà certo nessuno, nemmeno il più estremo tra i “tradizionalisti”.

Cinque cuoricini pienamente meritati.

 ♥♥♥♥♥

giovedì 18 novembre 2010


Un bel pomeriggio passato con un amico appassionato. Una splendida Azienda che amo, e a cui sono legato. Grazie ad essa, ed in particolare ad un suo vino, è nata questa mia grande passione…

venerdì 5 novembre 2010

Barbera “Bricco dell’Invernata” - Gradizzolo



  • Produttore: Az. Ag. Gradizzolo
  • Vino: Bricco dell’Invernata
  • Denominazione: Barbera Colli Bolognesi
  • Vitigno: Barbera
  • Annata: 2005
  • Tit. Alcolemico 14% vol
  • Prezzo: 10/15 €

Primo post in cui vado a degustare un vino della mia zona, l’Azienda Agricola Gradizzolo si trova a Monteveglio, piccola cittadina situata sulle colline a circa 20 km da Bologna, famosa tra l’altro anche per la sua bellissima Abbazia. In queste colline vengono prodotti alcuni ottimi vini sia bianchi che rossi da uve come Pignoletto, Barbera, Sauvignon, Merlot e Cabernet. Inoltre vengono prodotte diverse tipologie di insaccati e formaggi e vi è una grande quantità di terreni coltivati a frutteto. Luoghi meritevoli di una visita insomma, nei quali ci si può imbattere in suggestivi borghi, mangiare specialità tipiche e bere ottimi vini.

L’Azienda Agricola Gradizzolo, piccola realtà che conta 7 ettari vitati di proprietà, si trova ad una altitudine compresa tra 180-260 m s.l.m. Qui vengono coltivati Pignoletto, Barbera, Merlot, Cabernet Savignon, Pinot Bianco e Negretto Bolognese. Inoltre vi è anche un piccolo agriturismo, nel quale, soprattutto nel week end, si possono degustare ottimi piatti della tradizione bolognese.

Ma veniamo a questo Bricco dell’Invernata, ottenuto da uve provenienti da vigne di 25 anni di età, fermentate con macerazione prolungata in vasche di acciaio a temperatura controllata, cui segue un invecchiamento per 12 mesi in botti da 300 l ed un ulteriore riposo in bottiglia di 6 mesi, come riportato qui.

Il vino è di un bel colore rosso rubino con unghia granata. Girando il bicchiere, al suo interno la massa è compatta, gli archetti sono fitti e lenti nello scendere. Grande consistenza.

Al naso, l’alcool la fa da padrone, dopo alcuni istanti ecco che alcuni sentori iniziano a fare capolino, ma ritengo che il vino abbia bisogno di maggiore tempo, quindi lo lascio nel bicchiere, e aspetto.
Passata mezzora mi accosto di nuovo al calice, il vino aveva bisogno del suo tempo per potersi donare. Grande il frutto ormai maturo, sotto spirito di prugna e ciliegia, quindi balsamico, quasi mentolato, tabacco e ancora cioccolato amaro. Terroso come il bosco d’autunno ricco di profumi e colori. Legno ben inserito e non troppo invadente, bello il suo naso intenso e potente, magari non di grande finezza.

In bocca entra caldo, il tannino nervoso si fa sentire, ma non eccede, discretamente bilanciato. Buona sapidità e freschezza, ben presenti gli aromi avvertiti in precedenza al naso. Intenso. Mandato giù il sorso rimane a lungo, e chiudendo gli occhi mi torna alla mente il ricordo del’ultimo Mon Chéri mangiato.

Di sicuro un vino da poter tenere in cantina in modo da levigare le sue ruvidità, ma che può essere bevuto anche ora abbinandolo a secondi piatti a base di carne grigliata o formaggi stagionati.

Tre cuoricini pieni.

♥♥♥♡

lunedì 1 novembre 2010

Parole Sante



“Costruitevi una cantina ampia, spaziosa, ben areata e rallegratela di tante belle bottiglie, queste ritte, quelle coricate, da considerare con occhio amico nelle sere di Primavera, Estate, Autunno e Inverno sogghignando al pensiero di quell’uomo senza canti e senza suoni, senza donne e senza vino, che dovrebbe vivere una decina di anni più di voi”

Giacomo Bologna

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