• Produttore: Fattoria Zerbina
  • Vino: Sangiovese di Romagna Superiore Riserva “Pietramora”
  • Denominazione: Sangiovese di Romagna D.O.C.
  • Vitigno: Sangiovese - Ancellotta max 5%
  • Annata: 2003
  • Tit. Alcolemico: 15% vol
  • Prezzo: 22/28 €
  • Url: http://www.zerbina.com
Siamo in Romagna, più precisamente sulle colline faentine, alla sinistra del torrente Marzeno e dell’omonima frazione. Qui si trova la Fattoria Zerbina circondata dai vigneti di proprietà, nei quali il favorevole microclima permette all’Albana di sviluppare la muffa nobile da cui si ottengono L’Arrocco, lo Scacco Matto e l’AR. Mentre nelle zone più alte del podere il Sangiovese, che rappresenta l’80% delle uve a bacca rossa dell’azienda, raggiunge un’ottima maturazione e va a produrre tra gli altri, il Marzieno, con l’incremento di vitigni internazionali, e il Pietramora appunto.

Qui alcune foto scattate poco tempo fa durante l’ultima visita fatta in azienda.


Sicuramente il Pietramora è uno dei vini di punta della Fattoria Zerbina, prodotto solo nelle annate migliori, vino che ,come scrivono loro, “riflette il carattere dell’annata”. Dopo la pigiatura vinifica in acciaio per 15/20 giorni con successiva malolattica e inveccchiamento in tonneaux per un periodo di circa 24 mesi, a cui segue un ulteriore riposo in bottiglia prima della messa in commercio.

Classica bottiglia bordolese scura, con etichetta di color nero, in cui vi è raffigurato qualcosa che potrebbe ricordare degli “schizzi” di vino di colore arancio-rosso, oppure ancora, delle “fiammate”, che una volta gustato il vino, ritengo ne rappresentino davvero bene il carattere.

Stappando la bottiglia trovo il tappo ancora perfetto, più lungo rispetto ai soliti, profumato e abbastanza morbido. Il vino nel bicchiere è limpido, rosso perfettamente granato, impenetrabile e denso. Girando il calice gli archetti al suo interno scendono fitti e lenti, sicuramente consistente.

Portandolo al naso è di grande intensità. Il balsamico in primis spicca su tutto e va a riempire le narici. Poi frutta sotto spirito, marasca, giuggiola, ciliegia, e tanta prugna. Note laccate come l’acetone, ancora cioccolato, mentolato, liquirizia e tabacco. Inizialmente si fa sentire il legno, troppo per i miei gusti, poi lentamente cede lo spazio, e ben si amalgama al frutto. Mirto, anice e cannella, di nuovo balsamico. Leggeri sentori di cuoio, torna la frutta. Davvero elegante, grande complessità e finezza in questo Sangiovese di Romagna.

In bocca entra morbido e caldo, un sicuro e bilanciato tannino si fa largo non sovrastando sul resto, buona freschezza e mineralità. Di lunga beva ed equilibratissimo. Grande corpo e fine anche in bocca. Deglutendo torna al naso il suo frutto, grande balsamicità ed invoglia ad un altro sorso, lasciando in bocca una piacevole sensazione di frutta matura.

Non si può dire di certo che sia un vino maturo, anzi è proprio nel pieno della sua vita. Secondo me una tra le migliori espressioni del Sangiovese di Romagna. Ho degustato annate più giovani e devo dire che ha bisogno di farsi aspettare, in gioventù forse è troppo “nervoso”. Vino sicuramente armonico, magari non nei primi anni, ma adesso è perfetto. Come abbinamento proporrei una preparazione a base di selvaggina, come questo Cinghiale al vino rosso o comunque una carne brasata.

Quattro cuoricini pieni, ed anche qualcosa in più.

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