Ormai è di nostra consuetudine, nelle serate giuste, avere sul tavolo alcune bottiglie coperte. È interessante e didattico ragionare, cercar di arrivare al vitigno, all’annata o alla regione, ma soprattutto farsi EMOZIONARE da quella bottiglia senza aver d’innanzi l’etichetta a darti condizioni.

L’annata la sapevamo, 1997. Apriamo la bottiglia e la versiamo direttamente nel calice. Inizialmente una certa balsamicità ed alcuni richiami ci portavano a pensare al Nebbiolo. Poi cambia leggermente e qualcuno dice: “Se non è Nebbiolo è suo cugino, il Sangiovese”. Un continuo vortice di ricordi di uno e dell’altro vitigno (impressionante quanto si possano assomigliare queste due grandi realtà andando in vecchiaia). Elegante, di grande bevibilità e nello stesso tempo ancora e più che mai vivo. Finalmente si apre e si fa riconoscere, qui c’è Sangiovese, ops, Prugnolo gentile. Qui c’è la Toscana che mi piace.

Inutile andare oltre, scopriamo la bottiglia e sbalorditi esultiamo: È il Nobile Riserva 1997 di Poderi Sanguineto! Un vino fantastico, magari non della struttura del Barolo o di un grande Brunello, ma un vino altrettanto importante, elegante, territoriale, beva e profumi nobili, insomma una bottiglia che mi ha dato le EMOZIONI che da tempo stavo ricercano.

Ricordo ancora nel finale un sentore netto di bastone di liquirizia. Ricordo le parole di Dora che all’ultima visita ci disse che il suo Montepulciano regala il meglio quando si sente proprio questo sentore. Semplicemente grazie Dora.