martedì 5 giugno 2012

Il Montefalco Rosso 2005 di Paolo Bea è un gran vino. Non fate il mio errore, apritelo per tempo!


  • Produttore: Antica Azienda Agricola Paolo Bea
  • Vino: Montefalco Rosso  - Vigna San Valentino
  • Denominazione: Montefalco Rosso DOC
  • Vitigno: Sangiovese 70% - Montepulciano 15% - Sagrantino 15%
  • Annata: 2005
  • Tit. Alcolemico: 13% vol.
  • Prezzo: < 35 €

Inutile spiegare chi sia Paolo Bea, basta dire che è uno dei fondatori dell'attuale consorzio dei ViniVeri. Eppure, conoscendo l'azienda, il suo lavoro ed i suoi vini, ora vi racconto come sia stato facile fare la scelta sbagliata nell'aprire questa bottiglia.

Sabato sera, a casa ti aspetta una bella cena, hai voglia di star bene e manco a dirlo, bere bene. Sicuro dal frigocantina prendi la bottiglia che mentalmente avevi selezionato. La apri, ne versi due bicchieri, e inizia la cena. Questo è il modo migliore per farsi un'idea sbagliata, segnare irreparabilmente in modo negativo alcune bottiglie e certi produttori. E dire che c'era scritto anche in etichetta: "...stappando la bottiglia 2-3 ore prima". La temperatura era bassa, aveva bisogno di prendere gradi, di aprirsi. Dovevo dargli il suo tempo insomma. Che grosso errore. Non ci ho pensato due volte, ho ritappato la bottiglia ed ho pensato: "a domani!". Alla fine, ne sono passati due di giorni. La riprendo e sicuro ne verso due calici. Spettacolo!


Ciò che mi affascina di queste bottiglie è proprio la straordinaria capacità di miglioramento che ricevono grazie all'ossidazione (certo, limitata al breve arco di tempo di alcuni giorni). Vengono amplificati sia il bagaglio olfattivo che quello gustativo. L'unico appunto è proprio di non fare il mio errore. Apritela per tempo!

Ma veniamo alla degustazione. Granato di media consistenza e scarico - chissà perché i rossi del cuore sono tutti scarichi di colore - elegante, antico e di grande intensità giocata sulle sottigliezze che invitano ad essere scoperte. La scoperta del profumo che tanto affascina e ammalia, qui per niente scontato, anzi! Al naso arrivano erbe officinali in macerazione, tabacco dolce, inchiostro, china e liquirizia. In un secondo momento si colgono leggeri tocchi di lamponi maturi, frutta e fiori in macerazione, note terrose, rabarbaro ed una eterea sensazione che nell'immaginario mi ha trasportato nella vecchia casa di campagna della nonna. Fresca, ombrosa e con quel caratteristico odore emanato da quel vecchio arredamento in legno. L'assaggio è come un manto vellutato che avvolge il palato, freschezza e sapidità di spessore, tuttavia di grande equilibrio, tannino finemente percettibile e grande, grande bevibilità - sono sempre più convinto che la bevibilità sia da molti sottovalutata, invece parte fondamentale della piacevolezza di un vino - chiude lungo, lasciando sensazioni di china ed erbe officinali. È il Montefalco Rosso 2005 (indimenticabile) di Paolo Bea.


♥♥♥♡


P.s. Cosa ho bevuto poi quel sabato sera? Solo bolle!

2 commenti:

  1. Anche a me è capitato di recente di aprire bottiglie che meritavano tempo.
    Alcuni anni fà sono arrivato ad aprire al mattino per bere alla sera.
    Non sono ancora riuscito a capire cosa è meglio.
    Mi spiego.
    Ci sono vini che appena aperti sono inaccettabili, con puzze varie.
    Altri si intuisce che sono chiusi, ma è anche bello godersi l'evoluzione.
    Certo che se desideri pasteggiare con il vino al suo meglio devi organizzarti per tempo.
    Ultimamente tendo a stappare un pò prima ( un'oretta circa) ed ad usare il decanter.
    Comunque è successo spesso che il vino era spettacolare quando ormai non ce n'era più :)
    Mi è piaciuto molto il tuo riferimento al profumo di vecchia casa della nonna.
    Poco tempo fà mi è capitato lo stesso, ma non con un vino, ho risentito lo stesso profumo della casa di campagna della mia bisnonna.
    Bei ricordi :)
    Bravo Riccardo !

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    Risposte
    1. Ciao Daniele, scusami per il ritardo della risposta, ma in questi ultimi dieci giorni praticamente sono stato sempre off-line.
      Quello che scrivi è un interrogativo che mi pongo spesso anche io, assieme ad i miei amici vinosi. C'è appunto chi preferisce aprire la bottiglia all'ultimo e vederne l'evoluzione nel bicchiere (anche se come scrivi, quando è al top, è finita) e chi preferisce non "rischiare" e godersela nel pieno della sua forma, aprendola per tempo. Il problema di quest'ultima soluzione è che si perdono alcuni passaggi. È come leggere un libro partendo dal terzo capitolo, si perderebbero certamente alcuni passi del racconto. Sicuramente sono decisioni che vanno prese etichetta per etichetta, valutandone caso per caso. In ogni modo anche questo fa parte del fascino di questo strano "mondo del vino".
      Incredibile, ho chiuso gli occhi e mi sono ritrovato proprio in quella casa, non potevo non scriverlo. È stata un'emozione.
      Grazie mille Daniele ;-)

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