giovedì 25 ottobre 2012

Novembre e l'affollato calendario delle fiere del vino


Si è da pochi giorni conclusa Autochtona a Bolzano e siamo al primo giorno del Salone del Gusto di Torino. Mesi ricchi di eventi e fiere enologiche, non prendete impegni nemmeno per quello venturo e spiegate a casa che non vi vedranno per 4/5 fine settimana. Tra l'altro, scegliere non è affatto facile, in alcuni casi, ci si dovrebbe addirittura sdoppiare.


So bene che questo elenco può essere parzialmente incompleto e di aver tralasciato il centro e sud Italia (per mancanza di informazioni), sforando con gli appuntamenti anche alla prima settimana di dicembre, ma vediamo comunque le date:



- Domenica 4 e lunedì 5 novembre 2012 - presso l'Hotel Boscolo Exedra - Roma:

Sangiovese Purosangue: Produttori ed appassionati si incontrano per celebrare un grande vino fatto al 100% con uve Sangiovese. Ogni produttore presenterà vecchie e nuove annate di Brunello di Montalcino, dimostrando la sua grandezza e la capacità di invecchiamento.
www.sangiovesepurosangue.it



- Domenica 4 e lunedì 5 novembre 2012 - Fornovo Taro (PR):

Vini di Vignaioli: Degustazione e vendita di vini e prodotti dell'agricoltura biologica.


- Da venerdì 9 a lunedì 12 novembre 2012 - Merano (BZ):


Merano WineFestival: un evento che non ha certo bisogno di essere presentato. L'eccellenza dell'eccellenza si trova qui.

www.meranowinefestival.com



- Da giovedì 15 a domenica 18 novembre 2012 - Malborghetto, Tarvisio (UD):

Ein Prosit: il principale evento enogastronomico del Friuli Venezia Giulia dedicato ai vini da vitigno autoctono italiani ed internazionali.



- Da venerdì 16 a lunedì 19 novembre 2012 - Centro fieristico Faenza (RA):


Enologica: salone del vino e del prodotto tipico dell'Emilia-Romagna.
www.enologica.org




- Da venerdì 23 e domenica 25 novembre 2012 - Teatro Politeama Pratese Prato:

Vinology Expo: il primo expo dei vini Biodinamici, strutturato appositamente per far incontrare i produttori a livello nazionale e per far conoscere questa tipologia di vino sia a compratori di calibro internazionale che al pubblico.


- Da venerdì 23 e domenica 25 novembre 2012 - Leoncavallo s.p.a. Milano:

La Terra Tremamanifestazione dedicata all’agricoltura di qualità, quella che in Italia quotidianamente lotta per tutelare suolo e socialità, colture e cultura, enogastronomia non elitaria e un’idea differente di sviluppo.
www.laterratrema.org


- Sabato 24 e domenica 25 novembre 2012 - Zola Predosa (BO):

Rassegna Internazionale di Vini Passiti: manifestazione che ha come scopo specifico lo sviluppo della cultura, la diffusione e valorizzazione dei vini passiti dolci e secchi italiani e stranieri.

www.rassegnavinipassiti.it


- Sabato 1 e domenica 2 dicembre 2012 - Piacenza Expo, Piacenza:

Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI: degustazioni, assaggi e vendita diretta di oltre 1000 vini artigianali, presentati direttamente dai vignaioli di tutta Italia.
www.mercatodeivini.it


Appuntamenti imperdibili, nei quali in alcuni casi è possibile persino acquistare il vino ed alcuni prodotti gastronomici. Dove poter incontrare i produttori amici, dare un volto a quelli conosciuti solo tramite web e conoscerne di nuovi. Dove le esperienze e le sorprese enologiche non mancheranno e, non meno importante, dove potersi confrontare con appassionati e blogger.

L'obiettivo per me è quello di partecipare almeno a quelle più vicine. E voi dove sarete?

Alcuni disappunti: perché gli organizzatori non fanno in modo di "spalmare" le manifestazioni in un lasso di tempo maggiore? Non credo siano all'oscuro delle date degli altri eventi, ne gioverebbero tutti. Poi sinceramente tutte queste associazioni o gruppi - penso tra le altre anche a ViniVeri e Vinnatur - rendono ancora più confuso il già complicato panorama del vino italiano. Francamente non so più a cosa credere.

venerdì 19 ottobre 2012

Naigartèn 2010 - Gradizzolo, un autoctono bolognese da sostenere!


  • Produttore: Gradizzolo
  • Denominazione: Emilia Rosso IGT
  • Vino: Naigartèn
  • Vitigno: Negretto
  • Annata: 2010
  • Tit. Alcolemico: 12,5%
  • Prezzo: < 10 € in cantina.

Colli Bolognesi, vitigno autoctono a bacca rossa, prima abbandonato, da pochi anni riscoperto: questa in sintesi, è la storia del Negretto o NegrettinoUn vitigno/vino figlio del territorio, semplice e piacevole al naso, scalpitante in bocca. Che tuttavia ben si sposa con la cucina emiliana e, se vogliamo parlare di territorialità e tradizione enogastronomica, qui ci siamo.

Rubino scuro, granato in unghia, agile nel calice, il Naigartèn, passata la ventata alcolica, ha sentori leggiadri di frutti rossi aciduli, di spezie dolci, di rosa e leggermente vanigliato, con ritorno vegetale. Ha complessità crescente ed un contesto olfattivo piacevole.

Il sorso spiazza - un altro vino - più ruvido di come lo si credeva: tannino irruente e giovane ed acidità elevata. La struttura non è pesante, la bevibilità è buona, non risulta spiacevole, tutt'altro. Nel sorso ci si ritrovano piacevoli i frutti, le spezie e le rose, con chiusura amaricante. Un vino che richiede cibo: senz'altro. Ha spigoli da smussare, di certo. Chissà, tra sei mesi, o un anno, come sarà, magari è un vino longevo. Da riprovare!




Per un approfondimento sul vitigno, sul padre di questa bottiglia, Antonio Ognibene, nonché artefice del recupero dello stesso, vi rimando ad un interessante articolo di Slowfood che a suo tempo apprezzai parecchio. 

Barbera "Bricco dell'Invernata" di Gradizzolo - ne parlo qui.

mercoledì 17 ottobre 2012

Ravenna Rosso IGT "San Lorenzo" 2006 - Vigne di San Lorenzo - Lo specchio di un territorio!


  • Produttore: Vigne di San Lorenzo
  • Denominazione: Rosso Ravenna IGT
  • Vino: San Lorenzo
  • Vitigno: Cabernet Sauvignon 50% - Merlot 50%
  • Annata: 2006
  • Tit. Alcolemico: 13,5%
  • Prezzo: < 15 € in cantina.
Filippo Manetti di Vigne di San Lorenzo è un giovane vignaiolo dalle idee chiare e dalla sicura parlantina romagnola. Sono andato a trovarlo a Campiume - splendido agriturismo immerso nel verde - che era in piena vendemmia, tra uve che arrivavano e mosti che fermentavano. Ciononostante, gentilissimo ed ospitale, ha trovato il tempo per mettersi a sedere con me per una chiacchierata, con un tagliere e qualche assaggio.

Siamo sull'Appennino Tosco-Romagnolo, poco sopra Brisighella, ad un'altitudine di circa 200 metri s.l.m. I 3,5 ettari di vigneto sono a conduzione biologica, su terreni arenario-marnosi. In cantina le vinificazioni avvengono con tini scoperti, senza nessun tipo di controllo, né intervento. Lunghi affinamenti in barrique usate e bottiglia. Ultimamente, per il Sangiovese, l'affinamento è passato al legno grande e, dall'assaggio da botte, promette molto bene.


Tre le etichette: il Campiume, Sangiovese in purezza (di grande espressività), il Fieni, Malbo brisighellese in prevalenza ed, appunto, il San Lorenzo, Cabernet e Merlot. Chi pensa ad un vino speziato, fruttato, con quell'inconfondibile sentore di peperone e vaniglia si sbaglia di grosso. A mio parere, i metodi naturali di vinificazione, la cura delle vigne, ed il terreno Terroir, nel bicchiere risaltano, donando al vino caratteristiche uniche che sorprendono.


Il San Lorenzo è di color rubino scuro, cupo, che sfuma al granato. Imponente e profondo, ha sentori iniziali di china, speziati, del sottobosco, di tartufo e terrosi; si allarga poi alla frutta rossa cotta, al muschio, al tabacco, con sbuffi balsamici. Un ampio ventaglio di profumi che nel calice offrono una buona evoluzione. Solo un po' confuso, con un briciolo di finezza in più sarebbe perfetto.

In bocca ha rotondità e pienezza - non siamo di fronte ad un vino beverino - con tannino vivo e calore. Il frutto avvolge il palato come un tessuto, ma non risulta pesante. L'acidità e la grande sapidità lo rendono scattante, rinfrescano il sorso che, lungo, lascia ricordi balsamici e di spezie. Un vino che mi piace parecchio, longevo, che ne guadagnerà certamente con l'evoluzione.


Filippo, tra l'altro, insieme a 5 viticoltori, fa parte di un'associazione chiamata i Bioviticultori: un interessante e giovane progetto che apprezzo parecchio per quell'idea del promuovere il territorio, con un'unica voce, senza guardare al singolo, ma nel globale - l'unione fa la forza per i Bioviticultori. Un gruppo di sei piccole realtà da tenere d'occhio, da non sottovalutare e, per alcuni produttori, da prendere come esempio. I riconoscimenti non mancano, i miei ultimi assaggi, me lo confermano.



venerdì 12 ottobre 2012

Isola dei Nuraghi IGT - Meigamma Undici di Giuseppe Pusceddu


  • Produttore: Meigamma
  • Denominazione: Isola dei Nuraghi I.G.T.
  • Vino: Meigamma Undici
  • Vitigno: Cannonau
  • Annata: 2011
  • Tit. Alcolemico: 14%
  • Prezzo: < 13 €
Come ho conosciuto Giuseppe Pusceddu di Meigamma, l'ho raccontato quiGiuseppe è una persona intraprendente, dalle mille risorse, nato e cresciuto a Villasimius. La passione per la viticoltura è iniziata quasi per gioco: impegnandosi però da subito, conducendo studi ed analisi del territorio, al fine di mettere a dimora il vigneto ideale per il suo terreno. Per questo motivo, ad esempio, in vigna non troviamo il classico alberello, ma il cordone speronato. Siamo a ridosso del mare, su terreni sabbiosi. Le piante sono trattate con i criteri dell'agricoltura biologica, ora certificata. La cantina, piccola e di recente costruzione, è essenziale, situata sulla strada che porta al paese, non lontana dal vigneto. Per il vino, nessun tipo di intervento. Con quella del 2012, sono tre le vendemmie effettuate e, solo due le etichette: il Meigamma Rosato, un vino facile, fresco e di grande bevibilità, ed appunto il Meigamma Undici.

Nel bicchiere è porpora e viola impenetrabile, che schiarisce ai lati. Ha profumi giovani, con una breve pungenza che richiama alla memoria alcuni assaggi della Valle d'Aosta: l'Enfer in particolare. Lampone in maggioranza e tanta frutta rossa. Profumi intensi e puliti, speziati, di lievitati francesi, di fiori tra rosa e viola. Sensazioni fresche ed invitanti, non una stonatura, né un difetto. Il naso è una promessa.

Il sorso, da subito, è rotondo e balsamico. Il tannino vivo, l'acidità e la salinità sono pronunciate ed in equilibrio con il resto. Piacevole, tornano i frutti e le spezie, rendendo la bevuta snella e gustosa. Buono da bere ora, ma da dimenticarne alcune bottiglie per il futuro: l'evoluzione è assicurata.

Dopo due giorni: i profumi progrediscono in maturità, con note mentolate, balsamiche, di liquirizia, vegetali (cocomero) e, solo vagamente, eterei. Leggermente cioccolatoso, in bocca si distende e diventa più sinuoso, morbido e vellutato.

 


P.S. il ricordo delle ore passate in cantina ed a casa di Giuseppe, in compagnia di Gianfranco Manca di Pane e Vino - al quale va il merito di questa conoscenza e del quale parlerò in futuro - hanno sempre un grande valore e sono per me esperienze uniche, caratterizzate dal tempo che passa sempre troppo in fretta.

martedì 2 ottobre 2012

Avignonesi 1991 - Vino "Nobile" nell'abito e nell'essenza.

  • Produttore: Avignonesi
  • Denominazione vino: Vino Nobile di Montepulciano DOCG
  • Vitigno: Sangiovese + N. D.
  • Annata: 1991
  • Tit. Alcolemico: 13%
  • Prezzo: N. D. - comprato in cantina
  • Url: www.avignonesi.it

Le aspettative ed i rischi che si corrono nell'aprire bottiglie del genere, sono sempre grandi. Come grandi, sono le emozioni che sapranno regalare, ritrovandole integre e vive:

Limpido, leggermente scuro al centro, schiarisce arancio ai lati. Dopo alcuni minuti di respiro, è un crescere di intensità e di profumi. Inchiostro, marmellata di fragola e piccoli frutti rossi, balsamico, e muschiato, incredibile! Si espande leggermente a sentori più evoluti: liquirizia, cioccolato, caffè e tabacco dolce. Nel calice, con il tempo, si alleggerisce e si distende sui sentori tipici del Sangiovese Prugnolo Gentile invecchiato: cetriolo, ferroso ed ematico. Tre livelli netti: quelli della frutta, quelli dovuti all'affinamento e quelli che richiamano il varietale. 

Al palato, ritrovo inizialmente note ferrose e sanguigne - tipico del vitigno in età - la struttura ormai alleggerita, andata in parte a formare la così detta "camicia", regala lineare bevibilità. Ha sapidità alta e tannici ricordi. Il gusto poi, è quello della frutta macerata e del cocomero, con leggero finale amaricante.

Ora, non mi è dato sapere come veniva effettuata la vinificazione in quegli anni.* Qualche vitigno internazionale potrebbe essere stato aggiunto. Probabilmente, l'affinamento era in piccoli formati, o almeno per una parte. Non so. Magari le mie supposizioni sono sbagliate e mi piacerebbe poter avere conferma o smentita. Se così fosse, devo pensare che quella scelta stilistica, a ventuno anni di distanza, mi ha fatto ritrovare nel bicchiere un vino integro, ancora vivo e tipico. Complimenti quindi. Ed ancora: quanto sarà costato allora? 15 / 25 mila lire! Queste sono emozioni.

♥♥♥♥

* Attualmente l'azienda lavora i 140 ettari seguendo i criteri biologici, che verranno certificati nel 2014. In più, si stanno avvicinando alla viticoltura biodinamica. I vitigni che vanno a comporre il Vino Nobile di Montepulciano Avignonesi, ora sono esclusivamente quelli della tradizione locale: Prugnolo Gentile - Canaiolo Nero - Mammolo.
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