venerdì 12 ottobre 2012

Isola dei Nuraghi IGT - Meigamma Undici di Giuseppe Pusceddu


  • Produttore: Meigamma
  • Denominazione: Isola dei Nuraghi I.G.T.
  • Vino: Meigamma Undici
  • Vitigno: Cannonau
  • Annata: 2011
  • Tit. Alcolemico: 14%
  • Prezzo: < 13 €
Come ho conosciuto Giuseppe Pusceddu di Meigamma, l'ho raccontato quiGiuseppe è una persona intraprendente, dalle mille risorse, nato e cresciuto a Villasimius. La passione per la viticoltura è iniziata quasi per gioco: impegnandosi però da subito, conducendo studi ed analisi del territorio, al fine di mettere a dimora il vigneto ideale per il suo terreno. Per questo motivo, ad esempio, in vigna non troviamo il classico alberello, ma il cordone speronato. Siamo a ridosso del mare, su terreni sabbiosi. Le piante sono trattate con i criteri dell'agricoltura biologica, ora certificata. La cantina, piccola e di recente costruzione, è essenziale, situata sulla strada che porta al paese, non lontana dal vigneto. Per il vino, nessun tipo di intervento. Con quella del 2012, sono tre le vendemmie effettuate e, solo due le etichette: il Meigamma Rosato, un vino facile, fresco e di grande bevibilità, ed appunto il Meigamma Undici.

Nel bicchiere è porpora e viola impenetrabile, che schiarisce ai lati. Ha profumi giovani, con una breve pungenza che richiama alla memoria alcuni assaggi della Valle d'Aosta: l'Enfer in particolare. Lampone in maggioranza e tanta frutta rossa. Profumi intensi e puliti, speziati, di lievitati francesi, di fiori tra rosa e viola. Sensazioni fresche ed invitanti, non una stonatura, né un difetto. Il naso è una promessa.

Il sorso, da subito, è rotondo e balsamico. Il tannino vivo, l'acidità e la salinità sono pronunciate ed in equilibrio con il resto. Piacevole, tornano i frutti e le spezie, rendendo la bevuta snella e gustosa. Buono da bere ora, ma da dimenticarne alcune bottiglie per il futuro: l'evoluzione è assicurata.

Dopo due giorni: i profumi progrediscono in maturità, con note mentolate, balsamiche, di liquirizia, vegetali (cocomero) e, solo vagamente, eterei. Leggermente cioccolatoso, in bocca si distende e diventa più sinuoso, morbido e vellutato.

 


P.S. il ricordo delle ore passate in cantina ed a casa di Giuseppe, in compagnia di Gianfranco Manca di Pane e Vino - al quale va il merito di questa conoscenza e del quale parlerò in futuro - hanno sempre un grande valore e sono per me esperienze uniche, caratterizzate dal tempo che passa sempre troppo in fretta.

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