mercoledì 23 gennaio 2013

Se tornerà ad essere "Famoso", il merito va anche ad Andrea Bragagni.


Produttore: Az. Ag. Bragagni
Denominazione: Ravenna Bianco IGT
Vino: Bubo Bubo
Vitigno: Famoso
Annata: 2011
Tit. Alcolemico: 14 % vol.
Prezzo: 10 € - comprato dal produttore

Le gemme di questo autoctono vitigno romagnolo - abbandonato e recentemente riscoperto - Andrea, le ha recuperate da antiche pergole ormai in disuso, innestandole su ceppi di dieci anni. Dopo alcune prove di vinificazione, nel 2011 la prima vera vendemmia, presentata in occasione di Enologica 2012. La raccolta dell'uva è leggermente anticipata, le rese sono basse, 35/40 quintali ettaro. In cantina, il mosto resta in contatto con le bucce per 20 giorni in contenitori di acciaio. A fermentazione ultimata, il vino passa in barrique usata, fino alla successiva primavera. "Non gli serviva restare ulteriormente dentro il legno, l'avrebbe snaturato. Così, l'ho imbottigliato." Mi dice.

Faccio un passo indietro:

Bologna, sabato mattina, Mercato della Terra. Accanto all'ottima qualità dei prodotti alimentari di ogni genere, a rotazione, vi sono anche alcune aziende vitivinicole regionali affiliate a Slow Wine. In questa occasione, sapevo di trovare Paolo Badini di Vigne dei Boschi (ne ho parlato qui) ed Andrea Bragagni dell'omonima azienda. Ottima occasione per un saluto e per un calice di Albana.

Chiacchierando con Andrea, noto questa sconosciuta etichetta che, letteralmente, sembra guardarmi. Così, mi dice: "è la mia ultima nata, il vitigno è il Famoso". Il vitigno famoso? Non ci penso due volte - curioso e sempre alla ricerca di nuovi stimoli - prima di salutare, compro una bottiglia e torno a casa per il pranzo.

Senza troppi preamboli, stappo e ne verso due calici. Il colore mi ricorda un vino bianco macerato sulle bucce: oro intenso, limpido e compatto. Ha intensità olfattiva e profumi che variano dalla frutta a pasta gialla, ai fiori, dagli agrumi amari in scorza, alla camomilla e, una marcata nota aromatico-minerale. L'assaggio serale è quello che mi colpisce maggiormente, i profumi ora sono tostati di arachidi, di mandorle, di pane, di caffè, avvolti da una generale sensazione etereo-cerata. Il sorso - gustoso e snello - è comunque vibrante: sapidità, freschezza, piacevole tannino e calda avvolgenza gustativa, con retrogusto amarognolo. La bottiglia ahimè finisce, mentre io, ne vorrei ancora.



Andrea Bragagni è un produttore che rientra a far parte dei cosiddetti nat... nat... NATURALI. Beh, l'ho detto!

8 commenti:

  1. ehmmm ... vogliamo parlare dell'etichetta? spanizza?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fabio, dici che è la zona che rende tutto un po' spanizzo?

      Elimina
  2. Per la cronaca..... giudicato interessante pure dai neofiti del naturale.
    Oggi abbiamo le prove ;-)

    Carlo

    RispondiElimina
  3. ....nel senso che alcuni wine bar orientati da sempre sul convenzionale hanno trovato spunti interessanti dietro quell'etichetta.

    Carlo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Carlo. Questa è una gran bella notizia. L'interesse sui vini artigianali e naturali è sicuramente in crescita. Un'unica avvertenza: non devono avere difetti.
      Grazie per i commenti.

      Elimina
  4. Eh, poi sai bene che il termine "difetto" si presta a tante considerazioni.
    Su certi vini appena un po' di ossidazione non sta male, anzi.
    Troppa acidità a me non piace, viceversa altri la tollerano: probabilmente nelle valutazioni di olfatto e palato è richiesta una maggiore elasticità. O no ?

    RispondiElimina
  5. A me, ad esempio, l'acidità volatile, se appena percettibile, piace. Veicola i profumi ed aiuta la freschezza. Come ormai in molti affermano, c'è bisogno di "risettare" sia l'olfatto che il palato a sentori che, dopo anni di tecnica enologica ed omologazione gustativa, sono andati forse dimenticati. Stando attenti però, a non far passare i difetti per pregi. Questo sarebbe un'errore.

    RispondiElimina
  6. Ben venga un po' di volatile, sul Famoso stesso ad esempio ci sta.
    Mi sono imbattuto anche negli autoctoni Georgiani, ma qui più che di volatile parliamo di una fonte fortemente alcalina.
    D'accordo comunque su tutto: se viene meno l'omologazione c'è abbondante spazio per le diversità, buone e cattive, ma ci sarà tanto da parlarne.
    Ciao, Carlo

    RispondiElimina

Lascia il tuo commento qui!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...