martedì 26 marzo 2013

Ribolla Gialla Terpin - l'equilbrio tra vitigno e macerazione



Produttore: Franco Terpin
Denominazione: Ribolla Gialla delle Venezie IGT
Vitigni: Ribolla Gialla 100%
Annata: 2006
Tit. Alcolemico: 13 % vol.
Caratteristiche: lieviti autoctoni, 10 giorni di macerazione sulle bucce, fermentazione in botti grandi, 2 anni di invecchiamento, nessuna filtrazione né stabilizzazione
Prezzo: 2€ - comprata in enoteca
Url: www.francoterpin.com

Non c'è niente da fare, la mia attrazione per i bianchi macerati sulle bucce è proporzionale al desiderio di andare a conoscere i luoghi e le persone che danno vita a questi vini. Collio e Carso sono - per me - i fondamentali in Italia.

Come forse ho già scritto, il mio è un amore/odio. Nel senso che il fascino, l'estrema diversità e lo sconvolgimento gusto-olfattivo di questa tipologia, è per ora qualcosa che va oltre a qualsiasi esperienza io abbia mai fatto. Non c'è vinificazione tradizionale (in bianco) che possa reggere il confronto con questo mix ottenuto dall'uva a bacca bianca naturalmente vinificata sulle bucce. Il problema è che a volte - forse troppe volte - mi trovo di fronte a degli estremismi, a delle esasperazioni, che solo attenti appassionati possono perdonare, capire ed accettare. Nel senso che, si accetta e si capisce l'intento o il lavoro, ma non il vino, che a volte può risultare persino fuori da qualsiasi tipo di grazia.

Beh, la Ribolla Gialla 2006 di Terpin è il giusto equilibrio tra il vitigno e il metodo di vinificazione. Nessuna imperfezione, nessuna forzatura. Di color cipolla, compatto e velato, al naso è un crescere di intensità e profondità. Nell'immaginario è un frullato di agrumi, frutta secca e disidratata, alcune erbe aromatiche e fiori di campo. Con una spruzzata di succo di limone a dare freschezza. Il sorso è verticale e grasso in egual modo. Dinamico: la netta mineralità, il tannino e la freschezza si altalenano meravigliosamente con l'avvolgenza e la rotondità di beva. Senza muscoli, né troppi eccessi.

Una Ribolla da sbicchierare alla grande.

giovedì 14 marzo 2013

A Bologna dal 23 al 25 marzo 2013 ritornano i vignaioli eretici di Gustonudo

Credit immagine: www.gustonudo.net

Sono ormai settimane che attendo con entusiasmo questo evento eno-culturale bolognese. L'attesa e le aspettative, per questa edizione del 2013, sono alte. Perché quest'anno Gustonudo si supera. Oltre 60 produttori da tutta Italia, tra i quali spiccano aziende di livello veramente elevato. Nuova location: Senza Filtro in Via Stalingrado, 59. Ambienti più grandi - ex fabbrica abbandonata, bonificata e gestita dall’associazione Planimetrie Culturali - più comodo: si trova in zona fiera, a meno di un chilometro dopo l'uscita 7 della tangenziale di Bologna, con migliori possibilità di parcheggio e senza dover entrare nel traffico del centro.

Il format si arricchisce, perché oltre agli assaggi liberi di tutti i produttori presenti, con possibilità di acquisto dei vini, ci saranno degli approfondimenti, con la possibilità di iscriversi a degustazioni guidate, eventi musicali, spazi alimentari con assaggi sensoriali e la presentazione del libro "Vino critico, Guida ai vini indipendenti di qualità" edito da Altreconomia e curato da Officina Enoica. In più, ci sarà la presenza dello staff di Pietre Colorate.

Link utili:
  • Programma, orari e degustazioni - qui
  • Elenco dei Produttori suddivisi per regione - qui
  • Info - qui

L'ingresso è di 13 €, comprensivo di un buono sconto di 5 €, per l'acquisto di un vino. Un prezzo veramente ragionevole che, in questo periodo, può fare la differenza.

Se siete curiosi di provare vini che provengono da piccole realtà contadine, nelle quali il rispetto per la natura e per l'uomo è alla base del loro credo, se siete stanchi di bere vini omologati ed avete la voglia di intraprendere un nuovo percorso gustativo, se non conoscete l'agricoltura biologica o biodinamica, allora Gustonudo è l'occasione che fa per voi.

Se invece conoscete tutto questo, ma avete voglia di ritrovare i produttori che vi hanno emozionato con i loro vini e conoscerne dei nuovi, fare scorta, Gustonudo è comunque l'occasione giusta.

Io ci sarò, magari si beve qualcosa assieme.

martedì 12 marzo 2013

Terlano: i Bianchi Eterni - di Michele Battistini

Condividere con l'amico Michele - toscano doc - questo spazio, è un onore. Le migliori esperienze, alcune tra le più indimenticabili serate di degustazione le ho sicuramente passate con lui. È insieme a lui e alla sua famiglia che trascorro i miei weekend toscani ma, soprattutto, va a lui il merito di molto di quello che ho imparato del mondo del vino. Ogni incontro porta con se un indelebile segno e tanta riconoscenza. Insomma, per me ed il mio compagno di avventure Denis - che non smetterò mai di ringraziare per avermelo fatto conoscere - Michele è un maestro.

Conosce ed ama il vino da sempre, sin da quando era un ragazzo. Vanta un fitto numero di assaggi, di esperienze, di incontri, ed è un profondo conoscitore della terra in cui vive. Con il tempo, se avrà voglia di condividere qui le sue esperienze, impareremo a conoscerlo meglio. A lui la parola.
Buona lettura.
Riccardo





Fondata nel 1893, la Cantina Produttori di Terlano, non è solo una delle più antiche Cantine Sociali Altoatesine, è indiscutibilmente una delle migliori. Da sempre si distingue come una realtà dalla quale provengono alcuni dei più importanti vini bianchi italiani, capaci di evolvere nel tempo, rimanendo vivi e piacevolissimi anche dopo decenni.

Merito innanzitutto di un terroir straordinario, quello della vallata di Terlano, ambiente ideale per assicurare longevità e freschezza ai vini, dell'elevato contenuto di porfido dei terreni e della porosa pietra arenaria presente, che permette all'acqua di defluire nella terra, mantenendo asciutta la parte a contatto con le radici. Merito anche del particolare microclima e della posizione dei vigneti che salgono fino ai 900 metri di altezza slm. Ma, indubbiamente tutto questo è possibile grazie anche ad un personaggio che - per primo - ha saputo cogliere la vocazione di Terlano a produrre grandi vini bianchi. Sto parlando di Sebastian Stocker, che per oltre quarant'anni è stato il Kellermeister (Cantiniere, ma anche direttore commerciale) della cantina. Una storia che inizia nel lontano 1955.

E proprio su questa annata vorrei spendere due parole, in quanto ho avuto la fortuna di bere - in occasione dell'ultima visita effettuata nel mese di gennaio 2013 - un Pinot Bianco prelevato direttamente dalla loro cantina storica.

PINOT BIANCO 1955

L'attuale direttore commerciale Klaus Gasser, dopo una lunga degustazione di tutti i vini, cioè l'anteprima delle nuove uscite che saranno sul mercato nel mese di marzo, ci invita a seguirlo nella cantina delle vecchie annate, munendosi di una torcia. Sicuri ci sarebbe stata una bella sorpresa, lo seguiamo. Si ferma e, scelta la bottiglia (ricoperta totalmente da uno strato di muffa) il buon Klaus si cimenta nell'apertura togliendo abilmente il tappo ormai rinsecchito che, alla vista, faceva intuire in quale decennio ci stavamo tuffando.

Il colore era di uno stupefacente giallo oro, brillante, luminoso ed ancora vivo. Messo al naso, mostrava compattezza, integrità ed un'assoluta e commovente complessità. Sprigionava note di fieno secco, camomilla, erbe e fiori di montagna. Nel finale uscivano sensazioni pietrose, che gli donavano nervo e freschezza. La bocca era fresca, sapida, asciutta e delineata da un carattere etereo, dove la compattezza iodata, salina, quasi marina, era straordinariamente evidente. Il finale lasciava una bocca pulitissima e integra, senza alcun segno di stanchezza. Stiamo parlando di un vino con oltre cinquantasette anni sulle spalle, portati benissimo. 

Insomma, i bianchi di Terlano sanno emozionare anche a lunga distanza dalla vendemmia. Come quel brano musicale vintage che non smetti mai di ascoltare. Fa parte di te.

mercoledì 6 marzo 2013

Storie di bar, di amici e di vino!


Nel bar, praticamente ci sono cresciuto, e ci ho persino lavorato fino all'età di 21 anni. Era un bar a conduzione familiare in un piccolo paese fuori Bologna. Altri tempi - bei tempi - e posso garantire che le soddisfazioni erano davvero tante. Ma era anche una vita di sacrifici soprattutto in termini di tempo. La vita era il bar ed il bar era la vita. Soprattutto, per i miei genitori.

Quello che sicuramente, ma anche involontariamente accade crescendo dentro un bar, è l'essere forgiato nel carattere. Abituato ad essere circondato da persone di ogni tipo e di ogni età, ti porta indubbiamente a divenire allegro, ad aver sempre una parola per tutti e ad essere benvoluto. Insomma, quando con il pensiero ritorno a quei momenti, penso che ci stavo proprio bene dentro a quella che per me era una seconda casa.

Ora, ho l'opportunità di rientrarci in un bar. Un bar virtuale, circondato da nuovi amici, un po' meno virtuali. Quindi, è con orgoglio, un pizzico di timore e tanta adrenalina, che voglio annunciare che da oggi non mi troverete solo qui, su Odori Terziari a raccontarvi di questa immensa passione che ruota attorno al calice di vino. Ma, grazie a Luigi, ai due amici storici Vittorio e Niccolò, mi potrete leggere appunto anche su "gli amici del bar". Tra l’altro, vi entro in compagnia di Andrea, ai più conosciuto come Primobicchiere.

Oggi è il primo giorno e se avete voglia di leggermi, venite qui, il bar è aperto, ci sono anche amici:

Gli amici del bar.

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