giovedì 4 aprile 2013

Montevertine "Le Pergole Torte" in verticale dalla 1997 alla 2001

Il post è frutto di una stretta collaborazione con l'amico Michele Battistini, che vi ho presentato in questa occasione. Buona Lettura.



Soltanto Sergio Manetti poteva creare Le Pergole Torte, perché era un uomo unico, straordinario, carismatico, capace di trasformare le emozioni in vino. Nel 1967, Manetti - allora industriale Siderurgico - acquistò la fattoria per Lire 5.900.000, come casa di vacanza. Il primo vino prodotto fu un Chianti Classico del 1971. Poi con l’ausilio ed i consigli dell’amico di sempre Giulio Gambelli (Maestro assaggiatore) dall’anno successivo avviò l’impianto di una vigna di Sangiovese di un ettaro e mezzo. Il nome imposto all'appezzamento fu "Le Pergole Torte" e la produzione andò in commercio per la prima volta con la vendemmia 1977 come vino da tavola, perché fuori dal disciplinare del Chianti Classico.

Dopo la morte di Sergio, scomparso il 14 Novembre del 2000, è il figlio Martino Manetti, classe 1970, a portare avanti l’azienda. Conduce oggi circa diciannove ettari vitati, articolati su nove vigne, delle quali, cinque di proprietà: Le Pegole Torte, Montevertine, Il Sodaccio, Il Casino e Pian del Ciampolo

Dal punto di vista produttivo la storia di Montevertine è un po’ complessa. Dalle vigne sopra descritte si ottengono in media 80.000 bottiglie l’anno, su tre sole etichette, tutte a base Sangiovese, denominate: Le Pergole Torte, Montervertine e Pian del Ciampolo. Queste ultime due con piccole percentuali di Canaiolo e Colorino. Nella lunga storia aziendale, c’è stato spazio anche per esperimenti e tentativi vari, che hanno dato luce a vini oggi introvabili, come il Thea di Maggio 1992, da uve botritizzate e vinificate in bianco. Meritano un ricordo inoltre il Chianti Classico prodotto dal 1971 al 1981, due rossi - talvolta grandissimi - Il Sodaccio ed il Cannaio, prodotti in esclusiva per il Ristorante Pinchiorri di Firenze, il bianco “M” realizzato in poche annate, tra il 1982 e il 1999, e due vini estemporanei: L’Ottantanove di Sergio Manetti ed Il Novantuno di Sergio Manetti, frutto del declassamento del Pergole Torte.

A partire dal 1982 è stato l’artista pittore Alberto Manfredicaro amico di Manetti, a disegnare le etichette di Le Pergole Torte. Ogni anno diverse, sono ritratti di donne mezzobusto o semplici volti, dall’espressione sensuale e, a volte, indefinibili. Manfredi, ha lasciato un tale archivio di disegni che ancora oggi, a distanza di anni dalla sua scomparsa, vengono ancora utilizzati per le etichette.


Il Pergole torte è oggi prodotto anche con quanto di meglio forniscono le altre parcelle aziendali. I grappoli vengono selezionati in vigna alla raccolta, diraspati e sottoposti a pigiatura soffice. Il mosto ottenuto viene messo in vasche di cemento vetrificato, dove avviene la fermentazione alcolica per azione dei lieviti naturali. Salvo rarissime eccezioni (solo nel 2003) non viene in alcun modo manipolata la temperatura nei locali di fermentazione. La macerazione dura in media 3 settimane, alla quale segue poi la fermentazione malolattica. Il vino, successivamente passa 3 anni nei legni, dapprima in barrique (nuove per il 20%) per circa 10 mesi, il resto in tonneau e botti di vari tagli, dai 550 litri ai 18 ettolitri. Un nuovo assemblaggio in cemento precede l’imbottigliamento, per il quale non si procede ad alcuna filtrazione. Dopo la morte di Giulio Gambelli, oggi l’enologo dell’azienda è Paolo Salvi, suo allievo.
A cura di Michele Battistini.




Pergole Torte 199- vendemmia a ★★★★ :
Colore trasparente, su toni granati che virano all'arancio. Naso inizialmente chiuso, sembra quasi non voglia donarsi. Forse un po' di riduzione. Dapprima, più che ferroso: ematico. Si apre poi alla prugna e ad una fresca nota mentolata ed officinale. Il sorso è principalmente costituito dalla sapidità, il tannino è ormai inserito, a spiccare è la balsamicità. Bottiglia dalla struttura sottile e vellutata. Annata probabilmente secondaria, contrariamente a quello che spesso si è letto di questo millesimo. Infatti l'esito è tra i meno interessanti della verticale. 85 punti.

Pergole Torte 1998 - vendemmia a ★★★★ :
Granato leggermente più buio e velato. Naso impressionante, intenso, su note ferrose che ricordano la ruggine ed il rame. Mentolato, fiori di geranio, arancia essiccata ed una nota terrosa che, qualcuno descrive: «come quando tiri su le carote». In bocca è dinamico, verticale e severo, con ritorni speziati. Fantastica l'acidità, così come il tannino ancora leggermente ruvido. Grande espressione del Pergole, sicuramente tra le migliori bottiglie della degustazione. 93 punti.

Pergole Torte 1999 - vendemmia a ★★★★★ :
Rubino tendente al granato. Naso interessante, variegato, che ricorda la prugna secca, l'albicocca, le erbe selvatiche, gli agrumi, la china ed il cocomero. Come sottofondo: caffè, cacao, liquirizia ed una fresca balsamicità. La bocca è sostenuta da una bella acidità che avvalora gli estratti ed il tannino: ora alla sua quintessenza. Per alcuni, la migliore bottiglia della serata. Vista in prospettiva si merita 95 punti.

Pergole Torte 2000 - vendemmia a ★★★ :
L'ultima vendemmia di Segio Manetti, ed è un onore descriverla: Il più trasparente, di color rubino con riflessi granati. Naso che richiama le sensazioni fruttate, floreali e terrose tipiche del vitigno e della zona di coltivazione. Liquirizia ed una sottile nota eterea. In bocca è equilibrato, rotondo, con tannino elegante, ma deciso. Finale balsamico ma amaro. Annata non grande a Radda. Diciamo che non ci ha molto convinto, forse necessita ancora di qualche anno di sviluppo. 89 punti.

Pergole Torte 2001 - vendemmia a ★★★★★ :
Grande annata a Montevertine. Mediamente scuro, il colore è rubino compatto. Si stacca notevolmente rispetto alle annate precedenti per intensità ed eleganza. Manca un filo conduttore. Naso caldo, maturo, di funghi, di verdure cotte e quel ricordo di cetriolo. Sotto: un fondo balsamico. Paradossalmente sembra il più evoluto. Bocca austera, tannino presente, forse un po' troppo, con finale teso, abbastanza lungo ed amaro. Probabilmente - sperando sia così - una bottiglia sfortunata. 82 punti.

A prescindere dall'andamento della degustazione, Le Pergole Torte, assieme a poche altre realtà ilcinesi, resta una delle migliori espressioni del Sangiovese in purezza. Non solo a Radda in Chianti, non solo in Toscana, probabilmente in tutta l'Italia.

7 commenti:

  1. Ritrovo nelle tue valutazioni gusto olfattive le stesse percezioni avute in una personale "verticale" delle Pergole, con bottiglie più recenti e con meno evoluzione. Ferrosità, terrosità..insomma la spiccata mineralità unita alla grande finezza credo siano i tratti salienti di Montervertine!
    Sulla 2001 potrebbe non essere solo una bottiglia sfortunata: anche io su di essa nutrivo molte aspettative, ma è stat letteralmente surclassata da annate più recenti quali la 2004 e, soprattutto la 2006 (stre-pi-to-sa), ed in prospettiva la 2009.
    Dunque anche per me la 2001 rimane un mistero glorioso...

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    1. Innanzitutto, grazie per il commento Fabio.
      Infatti mi aspettavo molto di più dal 2001, generalmente non mi ha mai deluso come millesimo. In più, a Montevertine è considerata (giustamente) annata a 5 stelle.
      C'è però da dire che questa vendemmia è stata la prima del figlio Martino, dopo la scomparsa del padre. Sarebbe comprensibile se emotivamente, logisticamente o per qualsiasi ragione legata a questa tragica scomparsa il vino, indirettamente, ne abbia potuto risentire. Questa però è solo una mia idea.
      In ogni modo - come scrivi anche tu - con la 2004, 2006 e mi dicono anche la 2009 sono tornati a livelli altissimi.

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  2. Per prima cosa, grande invidia, lo sai.
    Seconda cosa, complimenti, hai fatto un lavoro egregio.
    Devo ammettere che abbiamo aspettato parecchio, ma ne è valsa la pena.
    Non è semplice mantenere ordinate le idee in serate simili.
    In chiusura, avrei aggiunto "nel mondo", ci stava bene :)
    Sono contento perchè ho in casa una bottiglia del 1998, e vedo che se l'è cavata bene.
    Per la cronaca, ho pure una bottiglia di Sodaccio 1998 che attende di essere aperta.
    A buon intenditore....

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    1. Grazie Daniele, il merito va anche all'amico Michele, che hai conosciuto.
      Nella degustazione delle Pergole - come anche quella del Riesling, ma in quel caso è un discorso più complicato - avevo preso parecchi appunti, per cui non è stato un problema.
      Effettivamente si poteva aggiungere "nel mondo" perché Sangiovese straordinario fuori dall'Italia non penso ci sia.
      Il 98 l'ho assaggiato più volte e, nonostante dicano sia un millesimo minore (parlo in generale) Le Pergole è sempre stato eccezionale.
      Intendo molto bene Daniele. Il Sodaccio ormai è introvabile, cosa posso metterci io al suo fianco ;-)
      Grazie per l'intervento.

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  3. Ehm, io faccio parte di quella ristretta schiera di persone che non ha mai assaggiato un Pergole Torte (ok non linciatemi :) )... Cmq in cantina riposa un '95 e se è degna delle sorelle male non mi dovrebbe andare.. ;)

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    1. Il 1995 è un'annata grandiosa per Le Pergole. Se posso darti un consiglio, alla prima vera grande occasione la stapperei. Magari si chiama Daniele che stappa il Sodaccio, ed io porto un 97. Direi che l'occasione la si trova :-)
      Grazie Andrea.

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    2. Eh eh, potrebbe essere davvero un'ottima idea!
      La tengo da parte in attesa di quella occasione! :)

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