giovedì 13 dicembre 2012

Barbaresco DOCG Riserva 2006 - Punset: un vino che rende felici!

  • Produttore: Az. Agricola Punset
  • Denominazione: Barbaresco Riserva DOCG
  • Vitigno: Nebbiolo 100%
  • Annata: 2006
  • Tit. Alcolemico: 14%
Avevo degustato alcune loro bottiglie il venerdì dedicato alla "Bio&dinamica" del Merano Wine Festival 2012. In quell'occasione, le etichette presenti non mi misero sull'attenti. Non rapirono ogni mio senso portandomi ad esclamare: "Riccardo, qui c'è una piccola emozione!". Com'è accaduto invece per il Carjcanti - stupefacente Carricante quasi in purezza - ed il "Neromàccari" - paradigmatico cru di Nero d'Avola - di Gulfi. O ancora il Suber di Gianfranco Daino, il vulcanico Aetneus de I Custodi delle Vigne dell'Etna, la fantastica verticale di Stefania Pepe - figlia di Emidio - sia del Montepulciano d'Abruzzo, che del Trebbiano. Sarò rimasto al banco con Stefania almeno un'ora. I vini? Come quelli del padre: a tratti commoventi. L'unica pecca degna di nota, erano le etichette: troppo variopinte e poco eleganti. Per finire, le bottiglie storiche del Castello dei Rampolla: Chianti Classico, Sammarco ed Alceo e le ultime nate, vinificate in anfora, senza solforosa aggiunta e, udite udite, con data di scadenza. Giuro, voglio andarli a trovare.

La riserva 2006 di Punset mancava però in quell'occasione. Inoltre, c'è da riflettere su quanto siano attendibili i plurimi assaggi durante queste manifestazioni. I più "distratti" potrebbero irrimediabilmente etichettare in modo errato un'azienda ed alcuni loro vini. Come in questo caso appunto. Io, preferisco sempre riassaggiare una seconda volta con più calma, se si presenta nuovamente l'occasione.

Il Barbaresco riserva di Punset, nasce esclusivamente da un'attenta selezione delle uve più pregiate, da agricoltura biologica controllata e certificata e viene prodotto solo nelle migliori annateFino ad ora, sono esclusivamente cinque le vendemmie nelle quali è stato realizzato, l'ultima è appunto la 2006. Insomma, questa riserva mi ha stupito, per ampiezza olfattiva e beva. Ero incredulo quando versandolo nel calice, mi sono accorto di aver finito la bottiglia.

Il colore è un didattico granato. Trasparenza e riflessi, sono tipici del vitigno. Poi i profumi: liquirizia, muschio, china, cetriolo, frutta rossa ancora fresca, corteccia, piante officinali, agrumi, terra bagnata, ed un'avvolgente balsamicità fiancheggiata da una più sottile nota di smalto. Pulizia ed eleganza olfattiva commoventi. Il sorso è gustoso e verticale, il tannino si lega al palato e non cede, solo un succulento arrosto può mitigarlo. Ottimo il ritorno olfattivo, buona persistenza e tanta bella leggerezza di beva. Più tipico di così! Non ha muscoli né pretese, ha solo il dono di rendere felici.

Beh, grazie Luigi, spero di averti regalato le stesse emozioni con le mie bottiglie!

4 commenti:

  1. Riccardo quando pensi di andare al Castello dei Rampolla fammi un fischio che vedo di aggregarmi.
    Quelli in anfora mi mancano, sono proprio curioso.
    Questo Barbaresco lo avevo assaggiato pure io a Fornovo, un paio di anni fa.
    Ebbi la stessa impressione, confermando la tua teoria dell'inattendibilità degli assaggi al volo alle fiere.
    E' il motivo per cui non scrivo mai, approfonditamente, di un vino assaggiato al volo.
    Ciao.

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  2. Puoi contarci Daniele, quando vado dai Rampolla, ti avvertirò!
    Quelli in anfora, hanno un prezzo abbordabilissimo e non sono niente male. Rispecchiano in pieno la categoria.
    Alle fiere generalmente, ho notato che dopo un certo numero di assaggi, risaltano solo i vini di ampio impatto gusto-olfattivo. Questi, risentiti, a volte possono invece risultare pesanti.
    A presto.

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  3. Ciao, W il Piemonte!!!

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    ciao

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